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Enjo kōsai 援助交際 Appuntamenti a Pagamento Uomini e Donne

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 Una delle "piaghe" del Giappone è la prostituzione minorile che vede uomini (ma anche donne) pagare per un "appuntamento" (che poi finisce quasi sempre con una prestazione sessuale) di solito con una ragazza o ragazzo più giovane. Questo fenomeno è chiamato Enjo kōsai 援助交際 .

Il fenomeno del Enjo kōsai , tradotto letteralmente significa appuntamento sovvenzionato, vede il suo intensificarsi verso gli anni novanta del secolo precedente. Questo fenomeno, che si estende in tutto il Giappone, coinvolge principalmente giovani ragazze in età scolare (medie e superiori) che si accompagnano a uomini più grandi in cambio di denaro o di regali. 

Gli appuntamenti avvengono servendosi di particolari servizi offerti da siti, negozi, oppure tramite scambi di email o per via telefonica. La ragazza (o il ragazzo) che viene contattato accetta di passare un certo periodo di tempo, a una certa cifra, con la persona che lo/a paga per andare al cinema, ai karaoke, oppure per uscire a mangiare, anche se questo genere di "appuntamenti" spesso si spinge anche al dopo, ovvero ad accettare ( con somma maggiorata) una prestazione sessuale, trasformando l'appuntamento in un atto di prostituzione, che ricordiamo in Giappone è vietata.

Il fenomeno ha cambiato aspetto in quest'ultimi anni, interessando anche fasce sociali e figure familiari che non ci si aspetterebbe. Seppur, come si diceva in precedenza, il fenomeno si focalizza su ragazze giovani che vanno dai 12 ai 19 di norma, è cresciuto anche il fenomeno legato ai ragazzi, anch'essi giovani (stesse fasce d'età) che si prestano ad appuntamenti con donne più grandi di loro.

Le motivazioni che portano queste ragazze a questo tipo di "appuntamento a pagamento" uno potrebbe immaginare si debbano ricercare nella loro condizione sociale, ovvero fasce deboli che per "necessità" (passatemi il termine), si sono ritrovate ad usare questo sistema. Invece stupisce che questo fenomeno lo si riscontra nella quasi totalità nelle fasce sociali medio alte. Lo si fa per comprarsi il vestito alla moda, l'ultimo modello di cellulare, oppure la borsa di marca, quei cosmetici costosi ma che tutti usano.

 

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Purtroppo la società giovanile, soprattutto quella scolastica in cui il fenomeno è più marcato, vede una grossa pressione sui ragazzi e le ragazze. Il fatto che le amiche o un gruppo abbia tutto alla moda, l'ultima marca di vestito o accessori, usi cosmetici costosi, è la molla che porta a intraprendere la strada dello Enjo kōsai, per poter avere qualche soldo in più e permettersi anche loro certi acquisti che li uniformeranno al gruppo.

Questo fenomeno negli ultimi anni ha interessato persone a cui non penseresti mai che utilizzasse una cosa simile, parliamo delle casalinghe. Si registrano aumenti del fenomeno anche tra le casalinghe, che in qualche modo cercano di far entrare qualche soldo in più in casa. Le motivazioni sono diverse da quelle che spingono le giovani ragazze o ragazzi a farlo, anche se uno dei motivi è quello di avere qualche soldo in più per acquisti personali. 

Si pensa che da grandi i giapponesi siano fuori dalle logiche del gruppo che tanto permea il sistema scolastico del Giappone, ma crescendo le cose non cambiano molto, soprattutto tra le casalinghe, che spesso formano gruppi per via dei figli nelle scuole, o perché la figlia o il figlio partecipa a un club piuttosto che un altro. Si viene così a ricreare la stessa psicologia da "branco", c'è sempre una madre che ostenta gioielli, vestiti o accessori costosi all'ultima moda, e le altre che cercano di seguire il flusso del gruppo per non rimanerne fuori. Questo è un problema molto radicato in Giappone, l'appartenenza a categorie sociali che legano, imbavagliano e portano spesso a gesti incredibili come bullismo, anche tra genitori, si sembra pazzesco ma purtroppo è così.

Il fenomeno è in crescita è preoccupa non solo le amministrazioni locali, e la polizia (è un reato difficile in Giappone da perseguire) ma anche le altre nazioni. Di recente c'è stata la presa di posizione delle Nazioni Unite tanto da mandare una lettera di chiarimenti al Giappone. Nel rapporto presentato si analizza il problema riscontrando che addirittura il 13% delle ragazze (fascia 12-19 anni) abbia fatto ricorso al Enjo kōsai. 

 

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Non è certo qualcosa che finirà dall'oggi al domani, anzi si stima una crescita con addirittura un abbassamento dell'età dei giovani coinvolti. Finché ci sarà la pressione della società, della scuola, della famiglia, purtroppo certi ragazzi/e di carattere più "debole" sentiranno sempre di voler raggiungere i loro compagni o amici. Si chiederanno sempre "perché io no ..." e troveranno, purtroppo, in questo tipo di "mercato" soluzioni semplici che però li segneranno.

Se è vero che si guadagna ( e le cifre che girano sono anche molto alte, soprattutto nelle mani di ragazzine/i), si recupera il gap con il gruppo perché anche tu hai quello che hanno anche loro, si tocca una felicità effimera momentanea, il risultato finale sono cicatrici psicologiche che queste giovani generazioni si porteranno dentro.

Le interviste con alcune delle ragazze che hanno preso parte a questi "appuntamenti" ci parlano del loro senso di colpa, la vergogna per quel che hanno fatto, riferisco che all'epoca però non vedevano alternative, per poter raggiungere il gruppo, per avere quella borsa firmata di cui tante amiche parlano, non potendo chiedere ai genitori una quantità del genere di soldi, per un motivo così futile poi. 

Purtroppo il numero di casi in cui, contro la propria volontà, questi "appuntamenti" finiscano con prestazioni sessuali aumentano. Il fatto che alcune ragazze rifiutino certe prestazioni alla fine della giornata, non è presa bene da molti di quelli che pagano (pensando o per lo più avendo già in mente un certo finale). Queste ragazze si ritrovano alla fine vittime di veri e propri stupri. Si diciamo le cose come stanno, perché l'essere forzati a un rapporto che non si vuole è stupro. Ma come potrete immaginare non è una cosa che possano denunciare senza far scoprire quello a cui hanno preso parte. E qui torniamo alla vergogna, per se stesse/i, verso i propri genitori, gli amici e la società giapponese che di certo, senza indugi e duramente li giudicherà.

Signori, anche questo è il Giappone non Scordiamocene. 

 

Società, Enjo kōsai, Mauro Piacentini

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