[Recensione] Koe No Katachi 聲の形
Koe No Katachi 聲の形, a Silent Voice (tradotto in Italia come "la Forma della Voce"), uno spaccatoadolescenziale che esplora i rapporti psicologici di una coppia di ragazzi all'interno della società e della scuola. L'amore, le disuguaglianze dovuto all'handicap della protagonista principale, gelosie, incomprensioni e quella "cattiveria" innata dei bambini che avrà punte drammatiche.
Il Film uscito nelle sale giapponesi nel settembre del 2016, con la direzione del regista Naoko Yamada, affronta problemi tipici dell'adolescenza con situazioni rese più complicate per la presenza di uno dei personaggi principale affetto da Sordità.
Shouya Ishida, ragazzino delle elementari molto vivace si gode la sua giovinezza con i suoi amici e compagni, nulla sembra turbare quell'equilibrio, fino a quando a scuola si trasferisce Shouko Nishimiya, una bambina sorda.
Shouya si diverte a prendere in giro Shouko che diventa vittima di bullismo a causa del suo handicap. Il ragazzo si ritroverà però lui stesso etichettato come bullo e vivrà il resto della vita scolastica in modo isolato. Col passare degli anni nulla sembra cambia per il protagonista, ma il destino decide di fargli incontrare di nuovo Shouko, tutto cambia si complica e si sistema.
La diversità nella società giapponese è sempre vista in modo distaccato, quasi ad escludere, seppur il supporto per i portatori di handicap è tra i migliori al mondo.
Il professore neanche lui sa come dovrebbe interagirà con la ragazza e la lascia "preda" della classe. I bambini che non conoscendo il problema della sordità, non riuscendo ad interagire con lei rispondono nel modo istintivo, isolandola, bullizzandola e ferendola (anche fisicamente).
I sentimenti che fa risaltare questo anime sono tanti, si mischiano, si scontrano fino a ferirsi, isolarsi, portando i protagonisti addirittura a scelte autodistruttive.
I personaggi sono complessi psicologicamente immaturi e fragili che però cercano di capire, cercano di auto assolversi e cercare redenzione per il passato (come Shouya) ma la strada è difficile, dolorosa e a volta li riporta al punto di partenza.
Mi ha impressionato positivamente questo film, molto interessante per la trama e come si svolge durante tutto il film. Il percorso psicologico dei due protagonisti soprattutto quando si ri-incontrano, i dolori e le pene che devo affrontare, sia la ragazza vittima di bullismo, sia il bullo che a sua volta vive sulla sua stessa pelle cosa significa essere escluso, preso di mira, isolato.
La grafica è molto bella, mi piacciono i tratti dei disegni, e la fotografia, gli ambienti sono molto ben curati. Che dire, un film che fa riflettere, che da un piccolo spaccato di quel che succede ai ragazzi quando non sono messi in condizione di capire e confrontarsi con chi è diverso da loro.