kintsugi 金継ぎ L'arte di riparare con l'oro che trascende la Filosofia
Questa tecnica, che possiamo ritrovare col nome di kintsukuroi 金繕い, la si fa risalire al 15mo secolo quando un comandante giapponese mandò in Cina una sua tazza da tè perché venisse riparata. Al suo ritorno, la tecnica usata suscitò la curiosità di un vasaio locale che incominciò a pensare a diversi modi e tecniche che potessero dar "nuova vita" a quelle ceramiche e porcellane che ormai sembravano destinate ad essere distrutte.
Le prime riparazione venivano fatte utilizzando la resina degli alberi per poter incollare insieme i pezzi che erano rotti. Una volta seccata, la parte dove si trova la giunzione viene levigata e ripulita in maniera tale che non si riconosca più la giuntura. A questo punto si applica un ulteriore strato di resina che viene mescolata insieme all'oro e applicata lungo la "frattura". Il risultato è incredibile, tanto che già all'epoca alcuni vasai rompevano di proposito le loro creazioni per applicarvi questa tecnica, aumentandone così la bellezza e soprattutto il valore.
Si conoscono diversi stili di Kintsugi. Quello che si richiama alla tecnica tradizionale in cui viene utilizzata polvere d'oro (spesso mischiata con resina) per attaccare i pezzi rotti, il risultato finale è la vista di piccoli e sottili fili d'oro che seguono la "vena" di rottura". Un altro stile, che prende il nome di Makienaoshi, è il metodo del pezzo, ovvero il riempimento del vuoto lasciato dal pezzo mancante interamente con lacca oro o addirittura solo l'oro. Una delle ultime tecniche che si utilizza è quella di agrregare pezzi differenti da quello originale, così da avere una sorta di mosaico che verrà in seguito unito seguendo lo stile principale del Kintsugi. Ci sono artigiani che hanno votato la loro vita allo studio e alla promozione di queste tecniche, alcuni dei quali rientrano tra i 人間国宝 Ningen Kokuhō ovvero i Tesori Nazionali Viventi.
Oltre ai colori classici come l'oro o l'rgento, si tende ad unire alle resine altri colori, sperimentare con "venature" come per esempio i colori con il rosso o il blu, o altri che seguono il gusto estetico di crea il pezzo. A a mio avviso, l'utilizzo della tecnica originale con l'oro è quella che ha un maggior impatto visivo ed estetico.
Fin dal principio quando fu introdotta per la prima volta, questa tecnica ha portato con se molto interesse che trascese l'arte in se per entrare nella filosofia. Infatti si è associato la pratica del riparare le fratture delle ceramiche associandola alla natura umana. Che dall'imperfezione dalla nascita o da un trauma, o da una ferita subita, possa nascere una forma di perfezione estetica e interiore che superi addirittura l'originale, risveglia nell'essere umano un'aspirazione a seguire lo stesso percorso.
Ci sono molte scuole di pensiero a riguardo in Giappone, e i molti corsi che si possono trovare abbinano spesso ad una parte pratica, in cui viene insegnata la tecnica, una parte filosofica in cui si espongono le similitudini che si possono trovare, e applicare, alla natura umana.
Io trovo questa tecnica incredibile, che dona una nuova bellezza al pezzo che si credeva ormai perso, da buttare, un modo di applicare il concetto del "riparare" piuttosto che buttar via o comprare qualcosa di nuovo, che ha il suo fascino.