[Intervista 2019] Il Primo Italiano ed Europeo con il titolo di Natori 名取 Paolo Cotrone
Conosciamolo meglio e ascoltiamo l'esperienza di Paolo Cotrone il primo Italiano ed Europeo ad aver ottenuto il Titolo di Natori 名取 nell'uso dello Shamisen 三味線, tipico strumento Giapponese a 3 corde . Lo Shamisen 三味線 è uno tra i più antichi strumenti musicali della cultura del mondo. Si pensa che la sua struttura originaria fosse quella del “Gishgudi” dei popoli della Mesopotamia, quasi 6000 anni fa.
Dopo essere arrivato in Egitto come “Nefer”(il cui significato è Bellezza), si spostò in Cina, e solo in seguito fu introdotto in Giappone, nell'era Muromachi (tra il XV ed il XVI secolo d.C.).Sebbene non si abbiano fonti certe sul suo arrivo, si pensa che fece la sua prima comparsa nell'isola di Okinawa dove tutt'ora mantiene il suo nome originario asiatico: sanshin.
Lo strumento in seguito si diffuse nel resto del Giappone prendendo il nome di jabisen (蛇皮線) che significa "strumento a corde in pelle di serpente". Negli anni questo subì vari cambiamenti, come la dimensione della cassa, l'utilizzo di pelli diverse da quelle di serpente (cane o gatto) e l'introduzione di un plettro, chiamato bachi 撥, per poterlo suonare meglio.
Lo shamisen diventò uno degli strumenti più rappresentativi ed importanti di tutta la musica tradizionale giapponese, lo ritroviamo spesso in molti generi musicali e teatrali come: lo jiuta, il jōruri ed il nagauta.
Questo strumento riproduce uno spettro sonoro ampio e molto coinvolgente, questo lo ha reso uno degli attori principali della musica tradizionale Giappone. Può essere suonato in solitaria, con altri strumenti o accompagnato da un testo cantato, e come accennato prima usato nelle rappresentazioni nel teatro kabuki (歌舞伎) e nel bunraku (文楽, teatro delle marionette) con il canto spesso accostato al suo suono.
Paolo Cotrone ha 28 anni, napoletano, ha iniziato i suoi studi con la passione per la chitarra arrivando poi ad appassionarsi a questo strumento di certo poco conosciuto in Italia. Un percorso lungo e non semplice perchè questo tipo di strumento ha radici profonde in Giappone, ma praticamente sconosciute da noi. Ma la passione di Paolo è genetica possiamo dire, la musica e l'arte gli scorre nel sangue ed è parte del suo patrimonio famigliare.
Diventare Natori è un impresa non semplice, anni di studi (come leggeremo poi nell'intervista integrale qui sotto anche complicati) pratica e tanto amore. Per poter arrivare a questo grado Paolo ci raccontava che bisogna imparare a suonare e cantare almeno 30 brani classici del teatro Nagauta (Kabuki). Ogni 10 brani, c'è un superamento di percorso dove alla fine, si può chiedere di fare l'esame di Natori che consiste in una cerimonia di etichetta, colloquio ed esibizione cantata e suonata di un brano scelto dalla commissione della scuola. Il 29 giugno 2019 finalmente ha conseguito il titolo prendendo il nome di Kine-ie Yachōnoran (杵家弥蝶ノ嵐).
Come potete capire un percorso molto complicato che è stato possibile superare grazie al suo amore e passione per questa disciplina.
Conosciamo meglio Paolo allora, vi lascio alla sua interessantissima intervista da seguire fino alla fine:
MAURO: Ciao Paolo, un Italiano che ha raggiunto il grado di Natori, il primo In Europa, chi è Paolo Cotrone, raccontaci brevemente la tua storia.
PAOLO: Ciao Mauro, sono nato a Napoli 28 anni fa in una famiglia circondata dalla musica e dall’arte. I miei bisnonni, i miei nonni e mio padre, tutti legati dal filo della espressività fisica e spirituale. Sto continuando il percorso di studio e di scoperta che aiuterà forse a trovare cose che ancora oggi vengono considerate un mistero, o troppo difficili da capire.
MAURO: Lo Shamisen è uno strumento che sicuramente in pochi in Italia conoscono, cosa ti ha portato a sviluppare una passione per questo tipo di musica?
PAOLO: Sin da piccolo amavo il Giappone in modo inspiegabile. Un giorno, a 14 anni, vidi un video degli Yoshida Brothers (Duo di Shamisen Tsugaru molto famoso), e da lì è nata la mia forte passione per quello strumento, che riuscii a comprare solo alcuni anni dopo.
MAURO: Com’è stato il tuo percorso di studio? raccontaci un po’ da dove hai iniziato e come hai proceduto finora.
PAOLO: Riguardo lo Shamisen, a 22 anni riuscii a comprarlo e cominciai un percorso di studi da autodidatta, siccome in Italia e in Europa non esistono maestri che lo insegnano. Studiavo da libri di Shamisen Tsugaru, completamente diversi da ciò che è il Nagauta. Dopo qualche tempo, cominciai la mia ricerca più approfondita nella musica del Giappone, e trovai che il Kabuki era la forma più bella di musica, canto ed esibizione di abilità performative che avessi mai visto.
A quel punto, per caso, mentre cercavo la parola Kabuki via internet, mi capitò di trovare il sito della Kabuki Academy ( http://www.kabukiacademy.org/ ) di Seattle e di conoscere virtualmente la mia insegnante, Mariko Ohno (杵家弥七蝶).
Con lei, via internet, per circa cinque anni, ho studiato per la preparazione al mio percorso di studi. L’anno scorso ci siamo incontrati per esibirci in un tour Italiano ed in Germania: abbiamo suonato al Museo d’arte Orientale di Venezia, di Berlino, all'Università Orientale di Napoli e alla Chiesa dei Santi Martiri Giapponesi di Civitavecchia.
MAURO: Raccontami della storia della tua scuola.
PAOLO: Molte scuole d’arte giapponesi hanno una lunga storia alle spalle. La storia della mia scuola è molto lunga: in breve, era parte di un’altra antica scuola la Kine-Ya - 杵屋 dalla quale si staccò quasi duecento anni fa, diventando Kine-ie (杵家).
La fondatrice della mia scuola fu l’inventrice del nuovo metodo di scrittura e lettura degli spartiti di Shamisen, che prima erano tramandati principalmente a voce e in spartiti simili a quelli dello Shakuhachi, ovvero principalmente Kanji che utilizzano onomatopee e nomi di posizioni.
MAURO: Come sei riuscito ad entrarci? E quali sono state le difficoltà che hai trovato?
PAOLO: La mia insegnante Mariko Ohno, dopo alcuni anni di apprendistato, parlò al Gran Maestro dei miei progressi, e lui decise così di incontrarmi per l’esame di Natori.
A sinistra la maestra Mariko Ohno (杵家弥七蝶) a destra il gran maestro Kai Kine-ie Yashichi (杵家弥七家元先生)
Iscrivendomi alla Kabuki Academy, mi ero già iscritto nel contempo alla Kine-ie Kai di Tokyo, poiché la Kabuki Academy è la Kine-ie Kai in America.
Sinceramente presi in modo estremamente serio il tutto sin dall'inizio. Quindi la vera difficoltà era sopportare la lontananza dalla mia missione nei giorni in cui non potevo studiare, per via dei viaggi che l’essere musicista mi impone.
MAURO: Il Giappone in alcune cose (anche a livello culturale) è un po’ chiuso verso il condividere le proprie conoscenze con chi non è giapponese. Hai trovato difficoltà come Italiano e straniero? Hai sentito resistenze da parte dei tuoi “colleghi”?
PAOLO: Vorrei rompere questo falso mito. I giapponesi Ammirano chi ha la costanza, la dedizione e l’umiltà di impegnarsi in qualcosa che appartiene alla loro anima.
Poiché lo Shamisen Nagauta (ovvero del teatro Kabuki) è visto come qualcosa di estremamente complesso e difficile, e poiché anch'esso è una disciplina, se lo si approccia con rispetto e amore, si viene premiati.
Come straniero venivo visto come qualcuno che stava “salvando” e portando avanti una cultura che tantissimi giovani, persino in Giappone, non conoscono nemmeno. Tutte le persone che ho incontrato e con le quali ho lavorato sono state aperte e meravigliose
MAURO: Ti sei già esibito in Giappone? Quel è stata la tua esperienza e il riscontro del pubblico Giapponese?
PAOLO: In Giappone mi sono esibito solo in luoghi privati, e ho ricevuto sempre sensazioni positive, proprio perché quest’arte, per via della lingua (che spesso non viene capita nemmeno da loro siccome è Giapponese del 1600), dei contenuti, e di ciò che ruota intorno a quello che era il periodo in cui nacque, non viene apprezzata come merita. Il Nagauta è un genere musicale fantastico, è senza tempo nel suo svolgimento, e nonostante tutto sembra un genere musicale che ha 3000 anni, il punto è che possono essere nel passato e nel futuro allo stesso tempo.
MAURO: I tuoi prossimi passi quali saranno?
PAOLO: Adesso, tornato in Italia, ho cominciato il percorso di studi per diventare Maestro. In più, sto lavorando all'organizzazione di un tour con il mio progetto http://www.shamisenorchestra.com/ per l’anno prossimo, in Italia, Europa e Giappone.
MAURO: A chi ha la tua passione per la musica giapponese, per la sua cultura, cosa vorresti dire loro per incoraggiarli o magari scoraggiarli?
PAOLO: A chi ha la mia passione solo per la musica, vorrei dirgli che il rapporto che c’è tra artista e strumento è completamente diverso dal pensiero che l’occidente insegna.
Quindi incoraggio chi ama davvero una cosa nel profondo suo significato a farla senza mezzi termini, perché le divinità guardano e accompagnano chi vedono realmente meritevole.
Scoraggio chi invece ama il Giappone Solo per la cultura Pop. Non perché non sia apprezzabile, anzi, ma perché il significato più profondo di quella “cultura Pop” è in realtà una delle radici più antiche dell’umanità che obbligatoriamente dovrebbe essere studiata e scoperta, poiché appartiene all'ordine di tutti noi.
MAURO: Paolo, ti lascio libertà per ringraziare o citare qualcuno di particolare che ti ha aiutato nel tuo percorso.
PAOLO: Ringrazio principalmente la mia famiglia, in particolare mio Nonno, che ora sono io, per avermi spinto sempre a cercarmi e ritrovarci insieme dopo il suo viaggio nell’eternità.
Ringrazio la mia insegnante, che ha sempre creduto in me, e ancora ci crede. Ringrazio tutte le persone che hanno, hanno avuto ed avranno l’amore vero e reale per questa cultura. Sono solo ora. Ma sto lavorando affinché io possa esserlo ancora per poco.
Grazie Paolo per averci fatto conoscere la tua storia, è emozionante vedere come si riesca a far parte di una cultura così lontana, così piena di storia seguendo le proprie passioni.
Vi ricordiamo che potrete sapere di più su Paolo andando al suo sito :
http://www.shamisenorchestra.com/
o visitando il suo canale Youtube per godere delle sue performance:
https://www.youtube.com/channel/UCsWNstDNpmWFo1LuM6rJxfg
potrete seguire anche la sua pagina Facebook:
https://www.facebook.com/shamisenorchestra/
Italia e Giappone, Intervista, Paolo Cotrone, Mauro Piacentini