Kyōiku mama 教育ママ Quando l'amore materno sfocia in Ossessione
Kyōiku mama 教育ママ un fenomeno che in Giappone ha assunto sempre più l’aspetto di una piaga. Intriso d’orgoglio, aspettativa, disagi (che spesso sfociano anche in atti di autolesionismo o suicidio) e ancor peggio invidia.
Con il termine Kyōiku mama si intende una madre che costringe, in maniera opprimente, il proprio figlio/a a sezioni di studio intensi, senza dargli tempo per altro e senza permettergli di poter far altro altro. Questo va a discapito dello sviluppo sociale e fisico del figlio/a che ne risente anche dal punto di vista emotivo arrivando a casi estremi di chiusura in sé stesso o ancor peggio in autolesionismo e suicidio.
inkan 印鑑 o hanko 判子 come si "firma" in Giappone
In Giappone per la stipula e la firma di contratti importanti, come affitti, contratti telefonici o apertura di conto bancario o postale, non usa apporre la propria firma ma vengono usati gli inkan 印鑑 o hanko 判子. Vediamo cosa sono e come vengono usati e se anche gli stranieri possono averne uno.
L'hanko è un timbro che ha la stessa funzione della firma che di solito apponiamo nei documenti importanti e in quelli di tutti i giorni.
Chuunibyou 中二病 “Sindrome della Seconda Media”
Chuunibyou, meglio conosciuta come sindrome della seconda media, è uno stato psicologico che prende alcuni ragazzi tenendoli ancorati a fantasie derivate da letture di manga, novel o anime. In pratica credono di possedere poteri particolari, far parte di gilde combattenti, essere parte di un grande disegno magico o eventi che richiamano elementi fantasy o dark fantasy.
Molestatori sul Treno, Chikan 痴漢 Macchia del Giappone
Chikan 痴漢 una macchia nera che non risparmia neanche i bambini e le bambine. Sono quei molestatori, nella maggior parte dei casi sui mezzi di trasporto, di cui si sente spesso parlare nelle cronache del Giappone.
Nelle settimane scorse in Giappone è diventato virale un video in cui 2 ragazze delle superiori che rincorrono un salaryman per la banchina della stazione gridando “nigeru na!” (non scappare) e chikan, espressione che si usa appunto per indicare il molestatore.
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