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La ribellione di Satsuma 西南戦争 Seconda Parte

La ribellione di Satsuma


Seconda parte del racconto di una delle battaglie più importanti del Giappone nel periodo Meiji, la ribellione di  Satsuma.

   

                                                       
                                                            Assedio del Castello di Kumamoto

L'avanguardia di Satsuma attraversò la Prefettura di Kumamoto il 14 febbraio. Il comandante del Castello di Kumamoto, Tani Tateki, aveva  3.800 soldati e 600 poliziotti a sua disposizione ma la maggior parte della guarnigione era del Kyushu e poiché molti ufficiali erano nativi di Kagoshima, le loro lealtà erano messe in dubbio e per evitare diserzioni o defezioni fu deciso di rimanere sulla difensiva.

Il 19 febbraio ci fu il primo scontro della guerra quando i difensori del Castello di Kumamoto aprirono il fuoco sulle unità di Satsuma che stavano tentando di aprirsi la strada nel castello. Il Castello di Kumamoto, costruito nel 1598, era tra i più forti del Giappone però Saigo era fiducioso che le sue forze sarebbero state più che alla pari con i coscritti contadini di Tani, che erano ancora demoralizzati dalla recente ribellione Shinpuren.

Il 22 febbraio, l'esercito principale di Satsuma arrivò e attaccò il Castello di Kumamoto in una manovra a tenaglia l'assalto andò avanti fino a che le forze imperiali indietreggiarono e il vice maggiore Nogi Maresuke del Quattordicesimo Reggimento di Kokura perse i colori reggimentali nel corso dei feroci combattimenti, però, nonostante i successi, l'esercito di Satsuma non riuscì a prendere il castello e ci si rese conto che l'esercito coscritto non era così inefficiente come ritenuto all'inizio. Dopo due giorni di attacchi infruttuosi, le forze di Satsuma scavarono nel terreno ghiacciato intorno al castello e cercarono di stanare la guarnigione per fame con un assedio. La situazione era particolarmente disperata per i difensori dato che le loro scorte di cibo e munizioni erano state consumate dall'incendio di un magazzino poco prima che la ribellione incominciasse.

kumamoto castel japan

                                                            Il castello di Kumamoto 熊本城


Durante l'assedio del castello, molti ex samurai di Kumamoto passarono sotto la bandiera di Saigo, ingrossando le sue fila fino a circa 20.000 uomini, il 9 marzo a Saigo, Kirino e Shinohara furono tolti i loro ranghi e titoli di corte.

La notte dell'8 aprile, una forza dal Castello di Kumamoto fece una sortita, aprendo a forza un varco tra le linee di Satsuma e consentendo ai rifornimenti disperatamente necessari di raggiungere la guarnigione. L'Esercito imperiale principale, sotto il comando del generale Kiyotaka Kuroda con l'appoggio del generale Yamakawa Hiroshi, arrivò a Kumamoto il 12 aprile e le forze di Satsuma, pesantemente superate di numero, si ritirarono.
               

                                              

battaglia di tabaruzaka

                                                                          Battaglia di Tabaruzaka

 

 Il 4 marzo il generale Yamagata dell'Esercito imperiale ordinò l'assalto a  Tabaruzaka, che controllava gli avvicinamenti a Kumamoto, l'assalto si trasformò in una battaglia lunga ben otto giorni. Tabaruzaka era controllata da quasi 15.000 samurai di Satsuma, Kumamoto e Hitoyoshi contro la 9ª Brigata Fanteria dell'Esercito imperiale (quasi 90.000 uomini). Al culmine della battaglia, Saigo scrisse una lettera al principe Arisugawa, riaffermando le sue ragioni per andare a Tokyo. La sua lettera indicava che non era intenzionato alla ribellione e cercava invece  un accomodamento pacifico. Il governo però rifiutò la negoziazione.

Per tagliare Saigo fuori dalla sua base, una forza imperiale con tre navi da guerra, 500 poliziotti e parecchie compagnie di fanteria, sbarcò a Kagoshima l'8 marzo  s'impadronì degli arsenali prendendo in custodia il governatore di Satsuma.

Yamagata sbarcò anche un distaccamento con due brigate di fanteria e 1.200 poliziotti dietro le linee nemiche per arrivare su di esse alle spalle dalla Baia di Yatsushiro. Le forze imperiali sbarcarono accusando poche perdite spingendosi poi a nord impadronendosi della città di Miyanohara il 19 marzo. Dopo aver ricevuto rinforzi, la forza imperiale attaccò gli elementi della retroguardia dell'esercito di Satsuma e li ricacciarono indietro.

Tabaruzaka fu una delle più intense campagne della guerra. Le forze imperiali emersero vittoriose, ma con pesanti perdite da entrambe le parti. Ciascuno schieramento aveva avuto più 4.000 uccisi o feriti.

  

                                                 La ritirata da Kumamoto

Dopo il fallito tentativo di prendere Kumamoto, Saigo guidò i suoi in una marcia di ben sette giorni verso Hitoyoshi. Il morale degli uomini era estremamente basso, e non essendoci una strategia precisa per il da farsi, le forze di Satsuma si trincerarono in attesa di una prossima offensiva dell'Esercito imperiale ma anche quest'ultimo era ugualmente logorato quindi i combattimenti furono sospesi per parecchie settimane. 

Quando l'offensiva riprese, Saigo si ritirò a Miyazaki, lasciandosi dietro numerose sacche di samurai tra le colline per condurre attacchi di  guerriglia. Il 24 luglio, l'Esercito imperiale riusci a far uscire allo scoperto  Saigo da Miyakonojo, e poi da Nobeoka. Truppe furono sbarcate a Oita e a Saiki a nord dell'esercito di Saigo, che fu quindi intrappolato in un attacco a tenaglia ma tramite durissimi combattimenti l'esercito di Satsuma riuscì a rompere l'accerchiamento, pagando però un alto prezzo, così le perdite ridussero a soli 3.000 i combattenti attivi e perse anche la maggior parte delle moderne armi da fuoco e tutta la sua artiglieria.

 

esercito imperiale 1877

                                                          Ufficiali dell'Esercito Imperiale, 1877


I ribelli sopravvissuti a queste battaglie si attestarono sulle pendici del Monte Enodake ma furono presto circondati. Determinato a non lasciar fuggire di nuovo i ribelli, Yamagata inviò altri reparti dell'esercito fino a  che avrebbe superato l'esercito di Satsuma di 7 a 1. A questo punto la maggior parte delle forze rimanenti di Saigo si arrese o eseguirono seppuku, termine che identifica il suicidio tramite lama e conosciuto da noi, sbagliando, come harakiri. Ma, il 19 agosto Saigo, dopo aver bruciato le sue lettere private e l'uniforme dell'esercito, riuscì a trovare il modo per far perdere le proprie tracce andando verso Kagoshima con gli uomini validi rimasti. Malgrado gli sforzi di Yamagata durante i giorni successivi, Saigo e i suoi 500 uomini rimanenti raggiunsero Kagoshima il 1º settembre e conquistarono il Monte Shiroyama, che dominava la città.

 

                                     battaglia di shiroyama

                                                         La Battaglia del Mt. Shiroyama                           

 

 Saigo e i suoi samurai rimasti furono respinti verso Kagoshima dove si consumò un ultimo scontro,quello decisivo, la battaglia del Mt.Shiroyama, nella quale le truppe dell'Esercito imperiale sotto il comando del generale Aritomo Yamagata e i reparti sotto il comando dell'ammiraglio Kawamura Sumiyoshi superavano in numero quelli di Saigo di 60 a 1. Yamagata era determinato a non lasciare più niente al caso.

Le truppe imperiali trascorsero parecchi giorni costruendo un elaborato sistema di trincee, muri e ostacoli per impedire un'altra fuga a Saigo, cerano poi cinque navi da guerra del governo nel porto di Kagoshima che aggiunsero la loro potenza di fuoco all'artiglieria di Yamagata, e cominciarono a ridurre sistematicamente le posizioni dei ribelli. Dopo che Saigo ebbe respinto una lettera di Yamagata del 1º settembre, dove gli si chiedeva di arrendersi, Yamagata ordinò un assalto frontale completo il 24 settembre 1877 e entro le 6 del mattino del giorno seguente, solo 40 ribelli erano ancora vivi. Saigo era gravemente ferito.

La leggenda narra che uno dei suoi seguaci, Beppu Shinsuke, agì da kaishakunin e aiutò Saigo a fare seppuku prima che potesse essere catturato ma vi sarebbero altre prove che contraddicono questa versione, affermando che Saigo in realtà morì per la ferita di una pallottola e che poi la sua testa fu recisa da Beppu al fine di preservarne la dignità.

Dopo la morte di Saigo, Beppu e gli ultimi samurai sguainarono le loro katane e si lanciarono giù per la collina verso le posizioni imperiali finché anche l'ultimo di loro non fu falciato dalle mitragliatrici Gatling, novità che arrivò dall'America, così con queste ultime morti, la ribellione di Satsuma giunse al termine e giunse al termine anche una delle pagine più intrise di sangue della storia del Giappone. 

 last samurai movie

 

Queste vicende storiche sono state ripercorse in un film di Edward Zwick " L'Ultimo Samurai " film davvero molto ben fatto e candidato a quattro premi Oscar e a tre Golden Globe con attori di primo livello da Tom Cruise al grande Ken Watanabe e la bellissima, quanto bravissima, Koyuki Kato.

 

Storia, La ribellione di Satsuma, Lino D.

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