Yami Kawaii: il Lato Controverso di Harajuku
Poche, davvero molto poche, sono le persone a questo mondo che davanti ad una realtà sfavillante, abbagliante, invitante, si soffermano a guardarla con attenzione; sono davvero poche le persone a chiedersi cosa essa nasconda dietro di sé, il lato oscuro. In Harajuku, il quartiere modaiolo e colorato di Tokyo, l’oscurità dell’esistenza ha nome “Yami Kawaii” e si tratta di una subcultura, prettamente di moda, che unisce abiti dalle tonalità pastello ai disturbi della psiche, o meglio una rappresentazione visiva di essi.
Personalmente, ho scoperto questa moda, guardando un video a caso su Youtube, questo è uno di quelli che mi è capitato di guardare : , dove si va ad indagare la nascita di questa moda.
La nascita di questo fenomeno si deve a Bisuko Ezaki ( potete visitare il suo store per farvi un idea di che tipo di moda si stia parlandohttps://ateliermuwebshop.stores.jp/ ) un mangaka, stilista e imprenditore, insomma un business-man selfmade, autore nel 2004 di Menhera-chan, (dal termine giapponese abbreviazione dell’inglese mental health, salute mentale) la cui protagonista, per attivare i suoi poteri magici e sconfiggere il male, deve procurarsi dolore con l’autolesionismo.
Attenzione, non è un manga che incoraggia a fare quello, è il contrario: il manga indica che quello è un problema, il quale si può curare e dal quale si può uscirne; lo scopo, quindi, è denunciare la situazione, squisitamente nipponica, di mettere sotto silenzio ciò che è relativo alle malattie mentali.
Siccome il tema è molto sentito, soprattutto nel mondo giovanile, ben presto è arrivato il successo e un vero e proprio business, fatto di accessori quali siringhe usate come ciondoli, bende sui polsi, e t-shirt con scritte frasi inquietanti e asociali come I want to die/I kill you, affiancato a colori tenui, infantili, e l’abbondanza di fiocchi e merletti.
In parole povere, un visibile, forte contrasto simbolico, che partendo dalla moda, ha scosso altri ambiti, tipo la musica, un esempio tra tutti il gruppo Idol Zenbu kimi no sei da, che esprime al meglio questo tipo di tenenza. Nel 2018 l’artista ha rilasciato un’intervista all’Anime Expo, che vi ripropongo qui : ) in cui espone la sua filosofia e i suoi progetti.
Il fenomeno, nonostante gli anni, continua ancora: dal 2015 ogni anno si tiene la Menhera Exhibit, una mostra d’arte per permettere a giovani artisti di mostrare e vendere vestiti e oggetti dedicati a questa moda.
Ma perché tanto interesse? L’aspetto affascinante di tutto questo risiede nel suo messaggio, e per capirlo, bisogna andare a vedere il significato di Kawaii che gli esperti del settore, indicano come una richiesta d’amore; in questo senso, lo Yami Kawaii aggiunge ed estende il concetto alla guarigione, cioè sarebbe uno stile con il quale i giovani hanno modo di esprimere le loro richieste, spesso inascoltate.
Augurandoci che, prima o poi, il mondo diventi un posto migliore per tutti, dove tutti possano ricevere amore.
Samantha Sisto
Photo credit: tokyofashion.com & zerochan.net