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Il kamidana 神棚 il piccolo Santuario nella casa dei giapponesi.

Kamidama Shrine

In tutte le case giapponesi (ma non solo), o meglio in quelle che seguono lo shintoismo, si trovano piccoli tempietti che riproducono i santuari scintoisti al cui interno c’è il Kami (la divinità).
I kamidana sono piccoli o medie/grandi strutture che riprendono l’architettura dei santuari shintoisti, nella fattispecie i modelli si richiamano alla forma del santuario di Ise (Miyagata), possono essere di diverso tipo, i più piccoli hanno solo “una porta” altri anche di più e al suo interno viene custodito un ofuda 御札, ovvero un foglio o una “barretta” in legno su cui sono incise delle formule e nomi che incarna il dio da venerare.

ofuda kamidana

 

La tradizione Giappone impone regole precise per chi ha in casa un kamidana, codici antichi che ancora oggi vengono rispettati per godere della massima protezione della divinità e soprattutto per il massimo rispetto verso questa.

Il piccolo santuario dovrebbe essere installato in un luogo luminoso e pulito, in una posizione alta ma che permetta comunque di essere venerato in modo comodo e appropriato. È importante la posizione in cui viene messo, perché il kamidana deve essere rivolto a sud o a est, preferibilmente al piano superiore, perché sia il più vicino possibile al “cielo”. Bisognerebbe evitare che ci sia un passaggio di persone al di sotto, anche se questo non sempre è semplice da rispettare, ma una delle cose più importanti è che non deve mai stare di fronte al butsudan (altare buddista al cui interno sono presenti le rappresentazioni dei famigliari defunti). Per lo stesso motivo nel caso in cui ci fosse una morte in casa o di una veglia funebre bisogna aver premura di coprire il kamidana con un foglio di carta bianca. Questo perché la morte e il sangue sono considerati come fatti impuri, e tali cose vanno nascoste alla divinità, ricoprendola la si risparmia da questa visione impura. Piccola parentesi storica. Nell’antichità si vietava alle donne mestruate di partecipare alle celebrazioni shintoiste perché il sangue è impuro e non si addice alle divinità.

 

Kamidama Shrine

 

I Kamidana come si accennava in precedenza possono essere di diversi tipo, e soprattutto la loro composizione generale può variare a seconda dell’utilizzo e del luogo. Si perché questi piccoli santuari non si trovano solo nelle case dei giapponesi, ma anche nei negozi, in alcuni luoghi pubblici, nelle palestre e molti altri luoghi. Il punto focale della composizione è la struttura in legno che a seconda della grandezza, ma soprattutto dei Kami che si vogliono venerare, può avere 1, 3 o 5 porte al cui “interno andrà la divinità”. Sullo stesso piano d’appoggio (alcuni kamidana prevedono questo spazio) ci sono oggetti che servono per la venerazione. Troviamo un piccolo specchio, uno shinkyo (quello che si vede sempre in tutti i santuari shintoisti che richiamano uno degli oggetti sacri del Giappone), un piccolo vasetto o un qualche altro supporto dove inserire un rametto di sakaki (Clyera japonica, una piccola pianta con foglie larghe) e una lanterna ad ogni lato (anche se questa opzione è più rara da vedere, soprattutto all’interno delle case). Difficile da trovare negli appartamenti, ma di sicuro lo avrete visto nei negozi e nelle palestre, ci può essere l’aggiunta di uno shimenawa (la corda sacra che delimita un luogo consacrato).  

Per la venerazione e l’offerta alla divinità vengono aggiunti piccoli contenitori: il mizutama 水玉 è per l'acqua, l'heiji contiene il sakè, un piattino per il riso e uno per il sale.

Come abbiamo visto nel Kamidana sono presenti oggetti che consentono le nostre offerte alla divinità, anche queste devono rispettare delle regole molto precise. Il riso, sakè, sale e acqua vanno sostituiti ogni mattina, i rami di sakaki vanno cambiati due volte al mese (di solito il primo e il quindicesimo giorno). Può capitare che per eventi particolari si può disporre qualche foglio per un “intervento” per far si che vada a buon fine la cosa richiesta, come qualcosa legato o al lavoro o alla scuola per esempio. Anche la disposizione delle offerte è importante il riso va al centro, il sale a destra e l’acqua a sulla sinistra. Nel caso in cui (avviene spesso) si offra anche sakè, l'acqua va a sinistra seguito dal sakè, poi il riso e infine il sale a destra.

Una codificazione precisa che si è tramandata nei millenni e che ancora oggi rispetta i canoni principali della religione shintoista.
Ultima nota su come si prega e si venera la divinità. Di solito bisognerebbe ringraziare i kami per le sue benedizioni quotidiane e pregare per la sua sicurezza e felicità propria o della famiglia. La procedura da seguire (anche questa codificata dal culto shintoista) dovrebbe seguire questa linea: “Due inchini, due battimani, un inchino", una variante che si può usare rimanendo nei canoni è "Due inchini, quattro battimani, un inchino".

 

kamidana main

 

C’è anche la possibilità di recitare il 神棚拝詞, la preghiera del kamidana, questa può essere recuperata dal santuario della divinità che si venera. Quest’ultimo tipo di venerazione non è molto praticata, ognuno fa la sua preghiera personale, le sue richieste. In un mondo come quello giapponese che corre e il tempo è un lusso, non ci si ferma spesso a pregare, ma di certo a ringraziare sì.

Posso raccontarvi la mia esperienza personale. Qualche anno fa, presi un Kamidana a Tokyo, un bellissimo modello a porta singola ma non piccolo, abbastanza grande. Mi limitai al minimo necessario montandolo a casa qui in Italia, al santuario, un bicchierino con l’acqua (niente sakè purtroppo) un piattino col sale e uno con il riso. Il minimo indispensabile con qualche rinuncia purtroppo, ma il necessario.
Mi hanno sempre affascinato, mi colpivano quelli che vedevo nei negozi e nei ristoranti, grossi, completi con tutti gli elementi che si vedrebbero in un santuario principale. Il rispetto per i kami per i giapponesi è assoluto, per devozione o in alcuni casi per conformità e in altri per evitare “problemi”.
 Se avete avuto anche voi esperienza, li avete visti (se siete stati in Giappone li avete visti di sicuro) diteci cosa ne pensate?

 

 

Tradizioni, kamidana, Mauro Piacentini

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