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Otoshidama お年玉 il Regalo che Piccoli e Grandi Aspettano

Otoshidama 3

 Otoshidama お年玉 è una ricorrenza, possiamo anche chiamarla così della tradizione giapponese, dove parenti, genitori o amici stretti regalano dei soldi ai bambini (ma anche ad adulti) con i primi giorni dell’anno.
Un’usanza particolare, che spesso si vede nei film, ma soprattutto negli anime e nei manga. Molto interessante e di sicuro caratteristiche che i bambini, ma come si accennava all’inizio, non solo loro, attendono anche per poterli spendere subito.

Come spesso accadde per le tradizioni giapponesi è difficile far risalire l’inizio di quest’occasione, alcuni pensano che si possa tornare indietro fin al periodo edo (1603-1868) quando il “regalo” non riguardava solo i soldi ma anche merci o prodotti. Avvicinandoci un po’ più alla nostra epoca dal periodo Meiji all’epoca Shōwa, quindi un arco che va dal 1868 fino al 1989, quest’ultimo periodo legato alla bolla espansiva dell’economia giapponese, si è avuto un cambio totale nella tradizione, soffermandosi solo sul regalare i soldi piuttosto che le cose.

 

Otoshidama 2

 

Come tutte le tradizioni, anche questa si porta dietro alcune regole, in alcuni casi norme di buon senso, legati a questo particolare regalo.
 Per esempio i figli non lo devono fare ai propri genitori, essendo un “dono” per i più giovani l’inverso non è possibile.
Un altro esempio è quello di evitare di farlo al figlio del tuo superiore o di grado più alto. Il principio originale della tradizione era il regalo ai più giovani intensi però anche i più bassi, come rango sociale.
 Un’altra tradizione, anche se meno seguita in questi anni è regalare una banconota nuova, e un pezzo unico. Ma come si diceva capita spesso che l’Otoshidama sia composto da più banconote e non sempre nuovo, quantità e grado delle banconote spesso dipende anche dalla propria posizione sociale.

È interessante anche notare il cambio come la tradizione. Seppur semplice del “donare” come regalo dei soldi abbi attinto a una tradizione più lontana. In epoca antica maneggiare il denaro apertamente era sconveniente, fino addirittura esse etichettato come tabù. Quando si doveva porgere ei soldi o regalarli questi venivano rinchiusi dentro un foglio di carta. Questo a fatto si che l’Otoshidama al giorno d’oggi venga consegnato con dei soldi dentro una busta. È carino che le buste per i bambini abbiano un nome particolare Pochi-bukuro ポチ袋 derivato da un’inflessione dialettale del kansai dove “pochi” significava piccolo, quindi il riferimento era a una busta con qualche piccolo soldo dentro.

 

Otoshidama 1

 

Questo passaggio relativo alla quantità di soldi da inserire all’interno della busta si è modificato nel tempo e di certo cambia a seconda della propria disponibilità o classe sociale. Quindi è difficile dare un range dipendente dall’età ma riassumendo diciamo che per i bambini dalle elementari alle medie può variare da 1000 a 5000 yen, mentre dai superiori all’università su va dai 5000 ai 10000yen. Non pochi soldi comunque, anche perché tendenzialmente col passare degli anni si da sempre di più. Se dovesse capitarvi di fare un dono simile tenente sempre a mente, come buona etichetta e buon senso, di regalare somme che non contengano cifre segnate da numeri che vengono considerati come porta sfortuna, per esempio 4000 yen non va bene perché il 4 “Shi” può anche essere tradotto come morte, cosi come per esempio 9000 yen perché il 9 “Ku” significa dolore e tormento.

 

Otoshidama 4

 

Ci sono altri piccoli accorgimenti su come mettere il denaro, come piegare la banconota etc. ma non addentriamoci in questo, godiamoci questa piccola “magia” giapponese, adatta per i più piccini ma non solo.

Come vedete la tradizione non è mai solo una, è un concatenarsi di regole, etichetta e situazioni che si uniscono è questo a mio avviso che rende il folclore giapponese così interessante ed in alcuni casi unico.

Vi è mai capito di assistere a una tradizione simile? Qualche anno fa mi capitò quando passai qualche giorno da un amico in Giappone e sinceramente non sapevo tutta la tradizione che c’era dietro a questo piccolo gesto, lo avevo visto in anime e film ma sinceramente non mi ero mai soffermato a pensarci su. Poi un giorno questo amico mi chiese se conoscevo la tradizione da cui derivava il tutto e al mio No sincero mi spiego tutto quello che vi ho scritto qui.

 

Tradizioni, Otoshidama, Mauro Piacentini

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