Osechi-ryōri 御節料理 il Cibo Tradizionale del Nuovo Anno
In Giappone ci sono alcuni periodi dell’anno che sono “sacri” e non solo inteso nel senso spirituale, ma giorni in cui si segue la tradizione alla lettera, il passato torna nelle case e soprattutto nelle tavole dei giapponesi.
Gli Osechi Ryori, o semplicemente Osechi come vengono comunemente chiamati, sono cibi tradizionali della cucina giapponese, che si mangiano in famiglia o con amici il giorno di Capodanno. Questi sono diversi tipi di pietanze, che vedremo più avanti, che vengono confezionati in scatole che prendono il nome di Jūbako 重箱simili alle scatole di bento, per darvi un’idea famigliare.
La differenza però sta nella forma di questi contenitori, possono essere più di uno a formare diversi piani da 4 o da 2 per quelli più moderni, hanno decorazioni molto belle e raffinate che richiamano il passato e le più pregiate non sono in semplice plastica ma sono laccate. Ogni famiglia a la sua e questi contenitori si vedono una sola volta l’anno: il primo di ogni anno.
Parte del completo è la presenza delle Iwai-hashi, bacchette usate per mangiare gli osechi ryori. Sono molto particolari perché oltre a essere contenute in una carta di ringraziamento ripiegata, sono ornati con nastri e calligrafie d’augurio. L’unicità di questo tipo di bacchette è legata fondamentalmente a due cose, una al materiale usato per la costruzione, di salice non laccato, perché è un tipo di legno che porta bene per la sua flessibilità e la difficoltà di spezzarsi. Il secondo fattore è dovuto alla forma. Le bacchette sono appuntite alle due estremità, non ad una come quelle classiche, questo perché con un lato ci si può servire dallo jubako o condividerlo con i nostri commensali, dall’altro lo si usa per mangiare.
La preparazione degli Osechi necessita di molto tempo, sia la preparazione del prodotto, il mangiare all’interno delle scatole, sia alla composizione della scatola stessa. La composizione è parte integrante del rito perché i prodotti usati, soprattutto i loro colori, disposti in una certa maniera richiamano nelle case giapponesi prosperità, salute, e benessere generale. Il fatto che questo tipo di preparazione richieda parecchio tempo ha fatto si che ormai siano poche le famiglie che lo preparano da sole a casa. Ah! piccola parentesi, la tradizione degli Osechi nacque molti anni fa quando le famiglie dovevano passare i primi 3 giorni dell’inizio anno perché i negozi erano chiusi. Dato che questi ingredienti si prestano a una conservazione per più giorni, questo ”stratagemma” sopperiva a una necessità reale.
Tornano al punto di prima. Non avendo più tempo, in una società come quella giapponese che il tempo ormai è un lusso che ben pochi possono permettersi, è quasi di norma comprare le jubako già pronte e confezionate (chi è stato in Giappone se a dicembre gira per i grandi supermarket nipponici, noterà scaffali pieni di diversi tipi e pietanze). Ma il “tempo” risparmiato a un costo in Giappone, infatti queste scatole possono raggiungere cifre enormi, si pensi che le confezioni base partono da qualche decina di migliaia di yen fino ad arrivare a centinai di migliaia soprattutto se preparati da ristoranti famosi o grandi marchi (se avete avuto la fortuna di visitare il Giappone in quel periodo dell’anno di sicuro come me sarete rimasti sconvolta dalle cifre di vendita).
Come si accennava all’inizio ciò che compone l’osechi sono tanti diversi tipi di ingredienti ma ognuno con lo scopo di ingraziarsi gli dei e i buoni auspici. Vediamo in generale, con qualche esempio, da cosa è composto, quali ingredienti, tenendo conto che l’unica variante che di solito notiamo in questa tradizione è legata al luogo, la tradizione locale regionale è parte importante degli Osechi.
Kurikinton 栗きんとん: Le castagne vengono cotte insieme alla patata dolce giapponese, questo rene il sapore più dolce e un colore marrone che viene associato a ricchezza e fortuna, soprattutto legato alla finanza.
Il Kouhaku no Kamaboko 紅白のかまぼこ: preparato con una pasta di pesce a cui viene data una forma a mezza luna. I colori bianco e il rosso, parte integrante della secolare spiritualità giapponese è visto come protezione verso i demoni, il male.
Datemaki 伊達巻: preparata con un mix di pesce o purea di gamberetti, dal sapore dolciastro gli si dà una forma arrotondata. Viene associato al desidero di conoscenza, un sapere che si vuole aumentare. Il Kazunoko 数の子: uova di aringa, una specie di bottarga, anche nella forma la ricorda, è un auspico di fertilità, visto che il significato del nome si avvicina a “tanti bambini”.
Kuromame 黒豆: fagioli neri. Mame significa “salute”, ma anche “lavorare duramente”, si capisce come mai è stato scelto come auspicio.
Ebi 海老 e Ise Ebi 伊勢海老: I gamberi ed aragosta. I gamberi sono tra gli ingredienti più usati perché sono associati alla longevità. Complice della cosa è il nome derivato dai kanji e dalla forma a mezzaluna che li fanno sembrare dei “vecchi”. L’aragosta invece fa da sostituto nelle versioni più pregiate, quelli di classe ad alto budget.
Il Renkon レンコン: radice di fiore di loto bollita e condita con aceto e zucchero. Rappresentano il futuro.
Il Nishime 煮しめ: un misto di verdure bollite, rappresentano i legami famigliari.
Il Konbu 昆布: l’alga, consumata assieme al pesce o come parte di altre preparazioni che rappresenta la felicità.
Come sempre le tradizioni giapponesi sono affascinanti e complicate, vi è capitato di assaggiare l’osechi? Fateci sapere la vostra. E Buon Anno nuovo.